BLS Safety Guide: Industria siderurgica
Guida realizzata dalla monografia redatta dal Dott. Antonio Moffa, dalla Dott.ssa Claudia Beccaria e dall’Ing. Lucrezia Giorgi dell’Unità di Terapie Integrate in Otorinolaringoiatria della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma.
Le operazioni di manipolazione dei metalli sono riconosciute e classificate come quelle che espongono al più alto rischio di salute, per effetto sia delle sostanze utilizzate e delle leghe ottenute che dei loro vari processi produttivi.
L’industria metallurgica si occupa di lavorare principalmente i metalli di base e preziosi, al fine di ricavare quelli che si definiscono materiali compositi a matrice minerale o metallica. Il comparto siderurgico si occupa invece, più nello specifico, della produzione dei metalli ferrosi (ferro e acciaio). I prodotti di ambo le industrie trovano largo impiego nell’edilizia, nei trasporti, nella produzione di veicoli ed elettrodomestici.
Tuttavia, esistono dei rischi specifici per questa categoria di lavoratori, rappresentati, nello specifico, dalla fusione dei composti, dall’uso delle polveri di quarzo e metalli vari, dai fumi dell’ossido di ferro e da gas e vapori quali monossido di carbonio (CO), acido cianidrico (HCN), acido solfidrico (H2S), benzene (C6H6), amianto, talco e altri. Le fibre liberate nell’aria si depositano nelle vie respiratorie, dal momento in cui vengono inalate.
Nella siderurgia l’occasione di maggior rischio è data dall’uso degli altiforni, che sono necessari per la produzione e colatura della ghisa a ciclo continuo. Durante la produzione dell’acciaio vengono rilasciati molti gas tossici, come il monossido di carbonio (CO), l’anidride carbonica (CO2) e altri gas esplosivi come il metano (CH4). Ciò significa che l’atmosfera deve essere costantemente monitorata con potenti rilevatori di gas per osservare gli attuali limiti di esposizione sul lavoro.
Tutte le patologie respiratorie a carico dei polmoni, generate dall’esposizione prolungata agli inquinanti atmosferici e alla loro inalazione, vengono classificate come pneumoconiosi. Tutte quelle che invece interessano le mucose bronchiali sono definite broncopatie. Vari agenti occupazionali sono invece associati a tumori polmonari.Tra questi i principali sono le fibre di amianto, i composti del nichel, l’arsenico, i gas di scarico diesel e il gas radon.
In generale, tra i più giovani prevalgono le patologie con più breve periodo di latenza, come le patologie allergiche: asma e rinite nella fascia di età 16 - 29 anni rappresentano rispettivamente il 58,3% e il 33,3% delle malattie respiratorie.
Le pneumoconiosi sono invece presenti quasi esclusivamente nelle fasce di età più avanzate; l’asbestosi nella fascia di età superiore ai 60 anni rappresenta il 37,9% delle patologie respiratorie e la silicosi nella fascia di età 50 - 59 anni il 21,9%. Infatti, il controllo della polvere di silice nei luoghi di lavoro e la messa al bando dell’amianto hanno comportato un declino di queste malattie che comunque continuano a essere riscontrate in persone che sono state esposte in passato.
È quindi opportuno valutare specifiche misure di sicurezza per la protezione delle vie aeree e che la valutazione del rischio tenga conto dell’emergere di nuove situazioni di rischio. Ad esempio negli ultimi anni in letteratura vengono segnalati casi di silicosi, anche a insorgenza a breve latenza (silicosi acute). Le esperienze suggeriscono l’utilità dell’abbattimento delle polveri e della lavorazione a umido, oltre all’utilizzo sistematico di DPI adeguati al livello di rischio (facciali filtranti FFP3).
BLS dispone di un’ampia gamma di prodotti in grado di proteggere dagli agenti inquinanti prodotti da questi processi.
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