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Rischi e protezione nei cantieri navali

 

Le malattie professionali sono spesso considerate insidiose perché invisibili sull'immediato. Infatti, a differenza degli infortuni, possono verificarsi anche dopo anni di svolgimento di un’attività lavorativa.

Alcune malattie professionali a carico dell’apparato respiratorio sono specificamente correlate a fattori di rischio presenti nell’ambiente di lavoro, quali le pneumoconiosi, mentre in altri casi le esposizioni sul luogo di lavoro contribuiscono allo sviluppo o aggravamento di malattie respiratorie, quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma o i tumori del polmone.

Conoscere l’ambiente dove si lavora è alla base della prevenzione delle malattie professionali.

 

I rischi nei cantieri navali

Esistono diverse situazioni di pericolo nei cantieri che potrebbero causare (o contribuire ad aggravare) patologie respiratorie. Le principali sono:

Manipolazioni di agenti chimici

Il rischio più subdolo legato all'utilizzo di agenti chimici è quello legato a esposizioni che possono essere relativamente brevi, ma continuative nel corso di mesi e anni.

Le lavorazioni che maggiormente comportano l’esposizione ad agenti chimici sono:
- Pulizia/trattamenti preliminari delle superfici/sverniciatura
- Utilizzo di resine e relativi catalizzatori
- Stuccatura
- Verniciatura

Esposizione a polveri/fibre/fumi

Con polveri ci si riferisce a materiale particellare di varia granulometria, che scaturisce da operazioni come la molatura, la carteggiatura, la spazzolatura e il taglio vetroresina. Quando parliamo di fumi si tratta ancora di materiale particellare: ad esempio in saldatura il metallo vaporizza e si liberano in aria consistenti quantitativi di particelle.

Quando si generano particelle c'è sempre il rischio che si generino anche nanoparticelle (diametro 0,001 μm 0,1 μm): le loro dimensioni infinitesimali fanno si che possano insinuarsi tra le cellule e i tessuti, causando danni biochimici. Non si ha ancora una conoscenza completa e approfondita dei danni che possono essere causati a seguito di esposizione da nanoparticelle, ma vari studi si sono concentrati sulle situazioni di rischio più comuni e frequenti, tra le quali la saldatura e la verniciatura. Altre lavorazioni, in cui la generazione di nanoparticelle è inevitabile, sono la lavorazione del legno, la carteggiatura, molatura e nei processi di combustione.

Infine, fanno parte della stessa famiglia di contaminanti le fibre: in questo caso il rischio più significativo è rappresentato dalle fibre di amianto, la cui cancerogenicità è ben nota in quanto penetrano nei polmoni in profondità, si insinuano negli alveoli dove permangono per un tempo indefinito. Necessita di attenzione anche la fibra di vetro: pur non essendo classificata come cancerogena, i suoi effetti sulla salute umana sono irritativi e infammatori, tali da poter favorire processi degenerativi.

 

I DPI per ogni applicazione

Produzione

In fase di costruzione dello scafo, la resinatura, e l’applicazione del Gel Coat con relativi catalizzatori sono tra le operazioni più sensibili. Le resine, che siano poliesteri, viniliche o epossidiche, sono tutte sostanze a base organica, dalle cui esalazioni ci si deve proteggere con semimaschere abbinate a filtri a carboni attivi per gas e vapori organici completi di protezione da polveri. In questo caso, a parità di protezione, vi sono due possibili soluzioni protettive: una semimaschera con filtri integrati non sostituibili di tipo A2P3 (non richiede manutenzione e da sostituire con l'esaurimento dei filtri), o una semimaschera con filtri intercambiabili della stessa tipologia (più economica).

Nel caso di esposizioni prolungate, e soprattutto considerata la necessità dell’abbinamento di una protezione per gli occhi, può essere preferibile l’utilizzo di una maschera intera, analogamente con filtri A2P3.

Nelle operazioni in cui si generano particolato e particelle come quelle di falegnameria un dispositivo leggero, come un facciale filtrante di tipo FFP3, preferibilmente con elastici regolabili e guarnizione completa per assicurare una perfetta tenuta, costituisce una soluzione pratica, leggera ed efficace.

 

Manutenzione

Le operazioni di carteggiatura, manuale o meccanica, comportano ovviamente la necessità di una adeguata protezione da polveri: un facciale filtrate FFP3 e una semimaschera con filtri P3 offrono una protezione analoga e la scelta dipende dalla soggettività dell’individuo. Ed è ancora la protezione di tipo P3 che deve essere utilizzata nel caso di operazioni di saldatura: in questo caso, però, si preferirà l’adozione di un facciale filtrante FFP3 con carboni attivi, per alleviare il fastidio degli odori sgradevoli.

Per la stuccatura è consigliato l’utilizzo di una semimaschera con filtri di tipo A, mentre, solo per operazioni di breve durata, con un’esposizione dunque molto limitata, si può optare per un facciale filtrante con carboni attivi.

Per quanto riguarda la verniciatura una soluzione pratica ed economica è costituita dall’utilizzo di una semimaschera con filtri A2 (protezione da gas e vapori organici), a cui abbinare dei prefiltri P2, che possono essere sostituiti quando intasati, allungando la vita del filtro antigas. Un’altra possibilità è costituita dalla pratica versione della semimaschera con filtri A2P2 incorporati. Ancora una volta, però, deve essere valutata la necessità di abbinare la protezione degli occhi: una soluzione estremamente efficace è costituita da una maschera intera con visore in vetro che garantisce una grande resistenza all’aggressione degli agenti chimici e questo implica che esso possa essere pulito con qualsiasi tipo di solvente senza essere danneggiato. Alla maschera dovrà essere abbinato un filtro di tipo A2P3.

 

Per avere una guida alla selezione più dettagliata e maggiori informazioni sulla protezione nei cantieri navali vi invitiamo a scaricare il nostro vademecum.

Scarica il vademecum

 

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